sabato 4 aprile 2009

Settembre

ha 30 giorni, il giorno ha 12 ore e la notte 12 ore

 

1              Inizio dell’Indizione, cioè del nuovo anno: licenza di pesce.

                Il nostro venerando padre Simeone lo Stilita.

2             Il santo martire Mamas.

3             Il santo sacromartire Antimo.

                Il nostro venerando padre Marino lo Spaccapietre, asceta sul monte Titano nel IV secolo.

4             Il santo sacromartire Babila.

                San Bonifacio, papa dell’Antica Roma, che si addormentò in pace nell’anno 422.

                Il nostro venerando padre Giuseppe, rifondatore del Sacro Monastero di San Nicola di Càsula, che si addormentò nel Signore nell’anno 1124.

5            Il santo e sacro profeta Zaccaria.

6             Memoria del prodigio compiuto a Colosse dal grande condottiero Michele: licenza di vino e olio.

                Il nostro venerando padre Fausto, igumeno del Monastero di Santa Lucia in Siracusa, all’inizio del settimo secolo.

7            Il santo martire Sozon.

8           La nascita della santissima Madre di Dio: licenza di pesce.

                In questo dell’anno 701, si addormentò il signor Sergio di Palermo, d’etnia sira, papa dell’Antica Roma.

9             I santi e giusti progenitori di Dio, Gioacchino e Anna: licenza di vino e olio.

10           Le sante martiri Minodora, Mitrodora, Ninfodora e la loro madre Sofia.

11            La nostra veneranda madre Teodora d’Alessandria.

                Il nostro venerando padre Elia lo Speleota.

Nacque a Reggio da Pietro e Leontìa ed essendo giunto ai diciotto anni, si partì dalla casa di suo padre e con un parente andò in Sicilia; una visione divina confortò i genitori, disperati per la perdita del figlio volato come un pulcino dal nido, e preoccupati perché egli era invalido: da bambino gli si erano rotte le dita in un incidente; un medico le fasciò talmente strette che ne perse l’uso, e così fu soprannominato il Monco. Elia con il parente si stabilì presso il tempio di Sant’Aussenzio, che sta sotto la strada del colle San Nikon che sovrasta Taormina; ma dopo qualche tempo, il compagno tornò indietro, come cane al proprio vomito; fu ucciso dagli Ismaeliti e così morì di doppia morte. Elia, rattristato, lasciò Taormina e si recò a Roma Antica. Una volta incontrò alcuni che, vedendolo forestiero, stabilirono d’ucciderlo; ma egli stese le mani al cielo e, mentre quegli assassini restavano paralizzati, Elia andò via glorificando Dio. Più fortunato fu invece l’incontro con il ghèron Ignazio che lo addestrò alla vita ascetica. Tornato a Reggio, Elia prestò obbedienza al sacerdote monaco Arsenio, che gli tagliò i capelli e lo vestì dell’abito monastico.

I due vivevano vicino alla città, in un Metochio detto Mindino, proprietà del Monastero di Santa Lucia: Elia, digiunando tutta la settimana eccetto sabato e domenica, con uno spago si legava la zappa al moncherino, e così lavorava. In seguito Arsenio ed Elia abitarono presso il tempio di Sant’Eustrazio, nei pressi di Armo. I due aumentarono i digiuni e le Veglie: durante la quaresima Elia faceva ogni giorno due o tremila metanie.

Divinamente avvisati di una incursione degli Ismaeliti, Arsenio ed Elia navigarono sino a Patrasso, e chiesero al vescovo di quella città la benedizione di stabilirsi in una torre dirimpetto alla città, buona per abitazione di monaci, ma infestata dagli spiriti. Di essi non aveva alcun timore Arsenio, il quale era solito dire: “Mi sono fatto monaco quindicenne, e non ho mai visto diavoli; ho visto solo i miei cattivi pensieri”. In quella torre i due dimorarono otto anni; tornati poi in Calabria, di nuovo abitarono presso il tempio di Sant’Eustrazio.

Morto Elia il Nuovo, nel 903, e morto anche Arsenio, Elia trascorse qualche tempo nel Monastero delle Saline, ma poi si stabilì in alcune grotte presso Melicuccà, dove cominciò ad accettare discepoli. Dopo molti prodigi, Elia consegnò l’anima nelle mani di Dio: subito il suo volto diventò splendente, e per tutta la notte mandava raggi. Elia era alto, gli occhi ridenti, i denti bianchi, la barba grande e divisa in due, la faccia rossa e allegra, con tutti sempre ridente con divina grazia. Nella monastica palestra si esercitò per 77 anni; in terra visse 96 anni.

12           Il santo sacromartire Autonomo l’Italo, vescovo di Sorea.

13           Inaugurazione della basilica della Risurrezione: licenza di vino e olio.

                San Cornelio, papa di Roma, che rese lo spirito a Dio attorno all’anno 253.

14           Esaltazione della preziosa Croce: digiuno.

15           Il santo martire Niceta.

16           La santa martire Eufemia.

17           La santa martire Sofia e le sue tre figlie Pistis, Elpis e Agapi.

                I santi martiri Lucia e Geminiano.

Anziana vedova, da Roma Lucia fu deportata in Sicilia, dove, a causa dei tormenti e delle fatiche del viaggio, rese lo spirito nei pressi di Mendola di Siracusa, e lì fu decapitato il giovane Geminiano che, mosso dalla sua stupenda testimonianza di fede, aveva anch’egli abbracciato la fede e volontariamente aveva seguito l’anziana donna.

18           Il nostro santo padre Eumenio, vescovo di Gortina.

                Il nostro venerando padre Vittore, igumeno del Sacro Monastero di San Nicola di Càsula negli anni 1124-1152.

19           Il santo martire Trofimo, e altri con lui.

                I venerandi Nicandro, Demetrio, Gregorio e Pietro, con la veneranda Elisabetta.

Pare fossero oriundi del Bruzio, e condussero vita ascetica sui monti Peloritani. Le loro reliquie erano custodite un tempo nel Sacro Monastero di San Nicandro presso Fiumedinisi di Messina.

20          Il santo grande martire Eustazio, e altri con lui: licenza di vino e olio.

                Il nostro padre tra i santi Martino, papa dell’antica Roma.

Per aver condannato l’eresia dei Monoteliti, fu esiliato nel Chersoneso, dove a causa dei tormenti subiti, si addormentò nell’anno 655.

21           Il santo sacromartire Codrato.

22          Il santo sacromartire Focà.

                I venerandi padri uccisi per ordine del latinizzante imperatore Michele e del suo patriarca Becco.

23          Il concepimento di san Giovanni il Precursore: licenza di vino e olio.

                Il nostro padre tra i santi Lino, primo papa di Roma.

                La nostra veneranda madre Sofia, che visse asceticamente nella necropoli di Pantalica, presso Siracusa.

                I santi martiri Pietro e Antonio, con il loro padre Andrea e il nonno Giovanni.

Questi gloriosi martiri furono catturati a Siracusa dai Saraceni il 21 maggio 878, tradotti ad Al-Qayrawân, presso Sfax di Tunisia, e venduti come schiavi dell’emiro Ibrahim ibn Achmad. Follemente preso dalla bellezza dei giovani Antonio e Pietro, affidò loro altissimi incarichi statali. Quando però il sanguinario emiro vide che non cedevano alla sua insana passione, e che nascostamente erano rimasti fedeli a Cristo, a colpi di bastone ruppe loro tutte le ossa e con tenaglie ardenti strappò loro il sesso, lasciandoli morire dissanguati, mentre tagliò la testa ad Andrea e con le sue stesse mani strappò il cuore di Giovanni.

24          La santa prima martire Tecla.

                Il nostro padre tra i santi Anatolio d’Antiochia, primo vescovo di Milano.

25          La veneranda Eufrosina d’Alessandria.

                Il santo martire Luxorio, al Foro di Traiano, oggi Fordogianus.

26          Assunzione del santo apostolo ed evangelista Giovanni il Teologo: licenza di vino e olio.

                Il nostro padre tra i santi Eusebio, papa di Roma.

Nato in Calabria, fu esiliato in Sicilia, dove si addormentò in pace nell’anno 303.

                I venerandi padri Stefano il Semplice e Nilo il Nuovo.

Nati a Rossano, condussero vita ascetica; verso la fine del decimo secolo Stefano si addormentò a Serapio di Gaeta, e dopo qualche anno Nilo rese lo spirito in località Molara, presso Roma Antica.

27           Il santo martire Callistrate, e altri con lui.

28          Il nostro venerando padre Chariton il Confessore.

29          Il nostro venerando padre Ciriaco.

30          Il santo sacromartire Gregorio della Grande Armenia.

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