sabato 4 aprile 2009

Aprile

ha 30 giorni; il giorno ha 13 ore e la notte 11 ore

 

1              La veneranda Maria l’Egiziana.

2             Il venerando Tito.

3             Il venerando Niceta del Monastero dei Midikion.

                Il nostro venerando padre Giuseppe l’Innografo.

Nato a Siracusa nell’816 circa, monaco a Latoma di Tessalonica, si fece discepolo di san Gregorio il Decapolita e con lui si stabilì a Nuova Roma. Durante un viaggio per mare verso la penisola italiana, fu catturato dai Saraceni e venduto come schiavo; quando conquistò la libertà, rientrò nella capitale e fondò un monastero presso il tempio di San Giovanni Crisostomo. Qui pose al servizio dell’ortodossia la sua insuperabile arte di innografo, per cui fu punito dalle autorità iconoclaste con l’esilio nel Cherson. Tornato a Nuova Roma, al tempo del patriarca san Fozio, Giuseppe fu skevofilax della Grande Chiesa; si addormentò in pace nell’anno 886.

4             I santi martiri Teodulo e Agatopode.

5             La veneranda Teodora.

6             Il venerando Eutichio di Costantinopoli.

                San Sisto, papa di Roma, che si addormentò nell’anno 129.

                Il venerando martire Filareto.

Nell’estate dell’830 il berbero Asvâg, detto Fargalùs, sbarcò a Mazara; parte dei suoi puntarono verso Mineo, allo scopo di saccheggiare Enna, ma furono battuti dai Romani; altri invece raggiunsero velocemente Palermo e la posero in stato d’assedio. Ai primi di settembre dell’831, quando la città fu presa, vi si contarono non più di tremila abitanti: tutti gli altri erano morti colpiti dalla peste o dalle frecce, o nelle varie sortite. Un tentativo di fuga, all’inizio d’aprile, era stato organizzato dal monaco Filarete: egli aveva in animo di guidare un gruppo di monaci e cittadini per gli impervi sentieri delle Madonìe, al fine di raggiungere la Regione di Demenna, i Nèbrodi. Intercettati però dagli assedianti, preferirono la morte piuttosto che aderire all’Islam, e quindi furono tutti decapitati.

7             Il venerando Giorgio di Mitilini.

8             I santi apostoli Irodion, Agavo, e altri con loro.

                San Celestino, papa dell’antica Roma, che si addormentò nell’anno 432.

                Il nostro venerando padre Filareto l’Ortolano.

Quando nel 1040 l’Esercito romano liberò la Sicilia dai Saraceni, dalla regione di Demenna il giovane Filippo passò a Reggio e poi si stabilì a Sinopoli. A 25 anni indossò l’abito monastico nel Monastero fondato da sant’Elia il Nuovo, prendendo il nome di Filareto, e fu incaricato della cura dei cavalli e dei buoi, sui pianori di Palmi. Nel 1062, a causa dell’invasione dei Francogermanici, fu costretto ad abbandonare la solitudine dei boschi, per fare ritorno al monastero dove si dedicò alla cura dell’orto. Sebbene non fosse dotato d’istruzione secondo il giudizio degli uomini, con la sua parola divinamente ispirata lottò le empie dottrine dei Latini; si addormentò in pace nell’anno 1078 e sulla sua tomba fiorirono prodigi.

9             Il santo martire Εupsichio.

10           I santi Terenzio, Africano, e altri con loro.

                Il nostro venerando padre Andrea il Messinese.

Egli fu avvà nella Laura di Raithò, oggi El Tor, e di lui si racconta una storia edificante, che dimostra l’umiltà di Andrea e la stima di cui godeva presso san Simeone lo Stilìta perché sin da ragazzino visse in cima a una colonna. Un giorno un monaco si recò al Monte Mirabile, presso Antiochia, per supplicare san Simeone di essere liberato dal demonio che lo tormentava. Giunto ai piedi dell’alta colonna su cui viveva il santo, questi gli disse: “Mi meraviglio che tu abbia fatto tanta strada per venire a trovare un peccatore come me! Vai a Raithò, e fatti guarire dall’avvà Andrea”. Il poveretto andò a Raithò, e appena l’avvà Andrea lo vide arrivare, gli disse: “Mi meraviglio che tu abbia fatto tanta strada per venire a trovare un peccatore come me! Ti ha già guarito Simeone!”, e quello si trovò subito sanato. Lo stesso Andrea una volta raccontò che, quando era giovane monaco, aveva lasciato Raithò e con il suo padre spirituale si era trasferito presso un ghèron della Palestina. Questo ghèron aveva in tutto una moneta e, avendo dimenticato dove l’aveva riposta, accusava il giovane d’averla rubata. Andrea corse allora a vendere il suo mantello, e portò una moneta al ghèron, dicendo: “Prendi ciò che ti ho rubato”. Ma il ghèron - che intanto aveva ritrovato ciò che aveva perduto, ed era afflitto per l’ingiusta accusa – rispose: “Tieniti tu, invece, la moneta: il ladro sono stato io!”

11            Il santo martire Antipa.

12           I santi Dimi e Protione.

                Il sacromartire Zeno, vescovo di Verona.

                San Giulio, papa di Roma Antica, che si addormentò nell’anno 352.

13           Il venerando Martino il Confessore, papa dell’antica Roma, che si addormentò nell’anno 653.

                Sant’Urso, vescovo di Ravenna, nato in Sicilia e parente di san Bassiano di Siracusa.

14           Il santo apostolo Aristarco, che con l’apostolo Paolo e l’evangelista Luca fu a Malta, Siracusa, Reggio e Pozzuoli, come si narra negli Atti degli Apostoli, ai capitoli 27 e 28.

15           Il santo martire Crescente.

16           Le sante martiri Irene, Agapi e Chionia.

                I santi martiri Felice, vescovo di Thiviuka di Cartagine, Gennaro sacerdote, Fortunato e Settimino.

Al tempo di Diocleziano, per la fede furono deportati ad Agrigento, Catania, Taormina, Messina e infine decapitati in Eluro, oggi Venosa, in Basilicata.

17           Sant’Acacio di Melitini, e il venerando Simeone il Persiano.

                Sant’Agapito, papa dell’antica Roma.

18           Il venerando Giovanni l’Asceta.

19           San Teodoro di Perghi.

20          San Teodoro il Capellone.

                Sant’Aniceto, papa di Roma, che si addormentò attorno al 153.

21           Il sacromartire Gennaro, vescovo di Benevento, e con lui i diaconi Proclo, Sossio e Fausto, il lettore Desiderio, ed Eutichio con Acuzio.

22          San Teodoro di Sikea.

                I santi papi di Roma Sotir, che si addormentò nel 175, e Caio, che si addormentò nel 296.

23          Il santo grande martire Giorgio: licenza di vino e olio.

24          La veneranda Elisabetta la Taumaturga, e san Saba il Generale.

25          Il santo apostolo ed evangelista Marco: licenza di vino e olio.

                Il nostro venerando padre Gerasimo.

Di lui si sa soltanto che le reliquie erano conservate nel Monastero di Sant’Angelo presso San Lorenzo di Reggio sino al 1610, quando furono sottratte e disperse dal vescovo latino Annibale D’Afflitto.

26          San Vasileo, vescovo di Amasia.

                L’ateniese sant’Anacleto, detto anche Cleto, papa di Roma,  che si addormentò verso la fine del II secolo.

27           San Simeone, parente del Signore.

28          Il santo apostolo Giasone.

29          Il venerando Zosima, e i santi martiri di Cizico.

                I santi martiri Agricola e Vitale, erroneamente creduto vescovo di Ravenna.

Nel 392, presente sant’Ambrogio, i loro corpi furono esumati dal cimitero giudaico di Bologna e traslati a Milano, dove furono deposti insieme ai corpi dei martiri milanesi Gervasio e Protasio.

                Memoria della Grande Guerra, detta del Vespro, iniziata nel 1282, e dei dolori, devastazioni, stragi e lutti che ne seguirono, come anche di tutti gli ortodossi, nostri padri e fratelli, chierici e laici, bambini e vecchi, donne e uomini, assassinati sotto i Franchi, dal tempo della calata di Ottone in poi.

30          Il santo apostolo Giacomo, fratello di Giovanni il Teologo: licenza di vino e olio.

                San Donato, vescovo di Evria.

Nessun commento:

Posta un commento