Non c’è pagina di storia del V\VI secolo (e di conseguenza, anche del prima e del dopo) che non sia in qualche modo fondata sull’Epistolario di Gregorio Magno. La sterminata mole di Epistole attribuite a quel grande pontefice, suscita però molti interrogativi:
1. Non esiste alcun originale autentico di alcun documento pontificio anteriore al pontificato di Adriano I: quale grado di attendibilità hanno dunque le epistole gregoriane?
2. L’Epistolario stesso è conosciuto attraverso copie di molti secoli dopo: quanto è fede degno?
3. Il numero stesso delle Epistole gregoriane, è in sé compatibile con i “tempi tecnici” della Cancelleria pontificia, con i “servizi postali” dell’epoca (anzi, di quell’epoca così tormentata)?
4. Esiste qualche traccia delle Epistole? Ovvero: Si sa se questa o quella fu veramente spedita, ricevuta e – soprattutto - recepita? In genere, ognuna di esse è risposta a un quesito: abbiamo dunque la “risposta” ma nessuna traccia della “domanda” indirizzata alla Cancelleria pontificia.
5. Come mai s’è conservata la “minuta” e non c’è traccia alcuna, in nessuna parte del mondo, del documento ufficiale? E’ mai possibile che si sia conservata la “velina”. ma che nessuna Curia abbia conservato l’Epistola ricevuta?
6. Gli istituti giuridici attestati nell’Epistolario erano conosciuti all’epoca? Vale a dire: come mai nelle Epistole gregoriane si parla di usi (Concessione del Pallio, Visita ad Limina, ecc.) che però paiono comparire molti secoli dopo?
7. Perché mai – in quei tragici anni – la Cancelleria pontificia si occupa così tanto di problemi tutto sommato frivoli e, soprattutto, delle proprietà terriere?
8. Come mai nell’Epistolario si parla di personaggi altrimenti sconosciuti (o il cui nome è attestato in altra epoca, anteriore o posteriore che sia, vedi il caso di san Gregorio d’Agrigento)?
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