domenica 21 giugno 2009

La dominazione araba

Al 636 risale la conquista di Gerusalemme, e al 698 quella di Tunisi; attorno all’anno 700 la conquista islamica dell’Ifriqiya è completata; tutto l’esarcato romano d’Africa è in mano araba. Eppure, proprio in quegli anni san Gregorio d’Agrigento si reca in pellegrinaggio a Cartagine, per venerare le reliquie di san Giuliano, e poi a Tripoli di Siria, per visitare il Martyrion di San Leonzio, e infine a Gerusalemme, dove sarà ordinato dal patriarca Macario. Eppure, attorno all’845 sant’Elia il Nuovo (di Enna) trova a Tunisi un vescovo (Pantoleo), sacerdoti e chiese. Eppure, è della fine del X secolo l’africano Calendario latino (!) conservato al Sinai. Eppure, è del 1076 una iscrizione cristiana (in latino!) trovata presso Sfax. Eppure, ancora della fine dell’XI secolo sono le iscrizioni cristiane ritrovate a En Ngila, Ain Zara, ecc.

I primi Saraceni e Berberi misero piede in Sicilia nell’827 e - nonostante ripetuti tentativi dell’Esercito romano di contrastarne l’avanzare – solo nel 962 riuscirono a presentarsi nella Regione di Demenna (la Sicilia centrale-tirrenica), ma nel 1038 il grande generale Giorgio Maniakis liberava Siracusa, la capitale dell’Isola.

Saraceni e Berberi arabizzarono senza dubbio la popolazione (cioè: la sottoposero al tributo dovuto dagli “infedeli”), ma in quella manciata d’anni avrebbero avuto il tempo, come affermano tanti sedicenti storici, di cancellare tutti i monasteri e qualsiasi altra presenza cristiana e d’impiantare – addirittura una Civiltà araba? Ma mi faccia il piacere, diceva Totò.

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