martedì 29 settembre 2009

4 ottobre 2009 – domenica II di Luca

Tono plagale IV – Vangelo Mattinale VI

apolitikia

del tono Sei disceso dall'alto, o pietoso; hai accettato la sepoltura di tre giorni, per liberare noi dalle passioni: vita e risurrezione nostra, Signore, gloria a te.

della chiesa ...

kontakion

Avvocata mai confusa dei cristiani, stabile mediatrice presso il Creatore, non disprezzare le supplici voci dei peccatori, ma accorri in aiuto, tu che sei buona, di chi con fede a te grida: Presto intercedi per noi, affrettati a salvarci, tu che sempre proteggi chi ti onora, Madre di Dio.

prokimenon

Fate voti e rendeteli al Signore nostro Dio. Dio è conosciuto in Giudea, in Israele è grande il suo nome.

apostolos

Lettura della seconda epistola di Paolo ai Corinti (6, 16 - 7, 1)

Fratelli, voi siete tempio del Dio vivente, come ha detto Dio: Abiterò e camminerò in mezzo a loro, e sarò il loro Dio ed essi saranno il mio popolo. Perciò uscite di mezzo a loro e mettetevi in disparte, dice il Signore, non toccate nulla d’impuro. E io vi accoglierò e sarò per voi un padre e voi sarete per me figli e figlie, dice il Signore onnipotente. Con tali promesse, carissimi, purifichiamoci da ogni macchia della carne e dello spirito, portando a compimento la santificazione, nel timore di Dio.

alliluia

- Venite, esultiamo per il Signore, acclamiamo a Dio, nostro Salvatore;

- preveniamo il suo volto con la confessione e con salmi acclamiamo a lui.

vangelo

Lettura del santo vangelo secondo secondo Luca (6, 31-36)

Il Signore ha detto: “Come volete che gli uomini facciano a voi, così fate loro. Se amate chi vi ama, che grazia è per voi? Infatti, anche i peccatori amano chi li ama. Infatti, se fate del bene a chi fa del bene a voi, che grazia è per voi? Anche i peccatori fanno lo stesso. E se prestate a coloro dai quali sperate di ricevere, che grazia è per voi? Anche i peccatori prestano ai peccatori per ricevere cose uguali. Piuttosto amate i vostri nemici, fate del bene e prestate senza sperare niente in contraccambio e la vostra ricompensa sarà grande; e sarete figli dell’Altissimo perché egli è buono sugli ingrati e i malvagi. Siate misericordiosi come è misericordioso il vostro Padre”.

mercoledì 7 e venerdì 9 ottobre: digiuno

sabato 26 settembre 2009

Calabria Romana

Melicuccà (favo-di-miele), comune della provincia di Reggio (A3 Reggio-Salerno, uscita Palmi). L’abitato non sembra anteriore al 16° secolo, ma il toponimo appare nel 10° nel Bios di sant’Elia lo Speleota: del suo grande Monastero delle Grotte non resta altro che un modesto anfratto in cui prodigiosamente continua a gocciolare l’acqua così come si legge nello stesso Bios. Alcune reliquie del santo sono conservate nelle parrocchiali (cattoliche) dell’abitato e della vicina Seminara.

Pentidattilo (per penta-dattilo), frazione di Melito di Porto Salvo (30 km da Reggio), a 2 km dalla SS 116 (e dal mare), prende nome dalle cinque-dita di roccia rossastra che la sovrasta. Nella chiesa parrocchiale (latina) una piccola placca marmorea del XVII secolo ricorda la soppressione del “rito greco”. Il paese è del tutto disabitato, ma – grazie a un accordo con la parrocchia ortodossa di Reggio – si può soggiornare gratis in qualcuna delle caratteristiche abitazioni recentemente restaurate dalla ProLoco.

Nel 1595 l’Inquisitore vi trovò 1 protopapas (primoprete) celibe; 1 dittereo (secondoprete) e altri 3 sacerdoti, coniugati; 1 diacono coniugato come altri 4 chierici, che servivano le chiese di San Pietro (protopapale), di San Nicola (dittereale), di San Costantino e della Metamorfosi. L’Inquisitore impose, sotto pena di scomunica, di amministrare i sacramenti secundum usum et ritum latinorum. Probabilmente sarà scoppiata una rivolta popolare, perché lo stesso Inquisitore annota che dopo fu ordinato (sic) di usare il “rito greco”.

Calanna (per Kalàmnis), comune a 18 km da Reggio, 511 slm. Conserva alcune opere marmoree dei secoli XI\XII; al Museo Nazionale della Magna Grecia sono invece in deposito una crocetta del VI secolo e un coevo medaglione, in steatite, raffigurante san Giorgio, ritrovati nelle campagne vicine.

Le più antiche memorie cristiane

E’ risaputo che le più antiche memorie cristiane son tutte concentrate a Roma (Antica) e dintorni, mentre in qualsiasi altro luogo dell’orbe terracqueo un po’ più lontano del Lazio non ci sono testimonianze anteriori al III o IV secolo; anche i più antichi santi che hanno avuto la ventura di nascere o morire nel Lazio sono personaggi storici, mentre tutti gli altri sono leggendari. O almeno questo è quanto si ricava da qualsiasi pubblicazione dall’epoca della Controriforma in poi: dagli Annales del Baronio (1588\1607), sino all’autorevole Settimana Enigmistica (1931 - ).

Ma è proprio vero? Come mai, ancora nel VII secolo, gli stessi papi dell’Antica Roma salutavano Siracusa come “la prima”, la più antica Chiesa dell’Occidente? E’ come mai per secoli (almeno sino al 751) nessuno contestò l’antichità (e l’autocefalia) della Chiesa di Ravenna? E come mai la Chiesa di Aquileia già prima dell’Editto di Costantino (313) era in grado di mettere mano a una sontuosa basilica di quasi 2.300 m2? E se è certo – come è certo – che l’antico tempio della Theotokos di Crotone (fabbrica originale: VI avanti Cristo) e che la cattedrale di Agrigento (fabbrica originale: V secolo avanti Cristo) furono volutamente distrutti nel XVI secolo, così come il tempio della Theotokos di Terreti (RC) fu fatto saltare in aria con la dinamite nel XX secolo, quante antiche memorie cristiane saranno state fatte sparire? (La Theotokos di Terreti fu minata nel 1915 perché dichiarata pericolante. Può darsi che la dinamite fosse un po’ scaduta: restarono pressoché intatti il templon e il lussuoso pavimento a mosaico).

mercoledì 23 settembre 2009

Gli edifici di culto

“I primi cristiani usavano le catacombe”: è un mito di matrice protestante, curiosamente ripreso da romanzieri cattolici polacchi del XIX secolo ed entrato nell’immaginario popolare nel XX secolo con i kolossal di Hollywood e Cinecittà. Alcuni ambienti di alcune catacombe furono mèta di pellegrinaggi, e solo dopo il IV\V secolo.

“I primi cristiani si riunivano nelle case private”: non esiste alcuna testimonianza a proposito, anche se l’affermazione può essere vera se riferita ai primissimi giorni della Chiesa, o – in seguito – alla trasformazione di un qualche ambiente d’una qualche villa aristocratica in una sorta di cappella privata. A Dura Europos, sull’Eufrate, certamente già prima del 246 i cristiani s’erano dotati d’un proprio edificio di culto: un’ampia sala, decorata, con tanto di vasca battesimale sormontata da baldacchino (quasi a riprodurre il Sepolcro di Cristo).

“I primi cristiani usarono le basiliche (civili)”: innanzitutto – e così in tutti gli altri casi – bisogna mettersi d’accordo sul dove e sul quando. Comunque, a parte il fatto che non esiste alcuna documentazione a proposito, va detto che le basiliche (civili) continuarono a essere usate: la vita d’un Municipio doveva pur continuare! Non è neppure sicuro che gli architetti cristiani abbiano utilizzato le basiliche (civili) come modello: vedi il caso della grandissima cattedrale di Aquileia, i cui lavori certamente iniziarono appena – 305 – sparì dalla scena Diocleziano.

“I primi cristiani trasformarono in chiese i templi pagani”. Può darsi invece che a lungo se ne siano tenuti ben lontano: a) ritenendoli per così dire infestati; b) per marcare la differenza tra il culto cristiano e i culti demoniaci; c) per non entrare inutilmente in conflitto con gli idolatri che continuarono a usarli per secoli; d) perché – e soprattutto - per la loro stessa struttura architettonica non erano per nulla adatti alle esigenze del culto cristiano. Molto tardi, solo dopo che erano stati abbandonati del tutto e da tempo, i templi pagani servirono come cave da cui estrarre colonne e materiali per edificare le chiese, oppure furono trasformati in chiese, ma probabilmente come soluzione di ripiego: non è escluso, per esempio, che il tempio di Atena nell’isola di Ortigia sia stato trasformato in chiesa (nel VI secolo) sol perché le chiese ortodosse di Siracusa erano state distrutte dagli ariani (dai Vandali); san Gregorio d’Agrigento, attorno al 692 ristrutturò come sua cattedrale il tempio (ormai abbandonato da secoli) di Eber e Raps sol perché la cattedrale urbana era occupata dagli eretici. Considerando la struttura dei templi greco-romani, si consideri comunque che era più facile abbatterli che adattarli alle esigenze del culto cristiano (e a proposito del punto b) di cui sopra, si consideri la ritrosia che ebbero i cristiani addirittura nell’uso dell’incenso, ritrosia che permane tuttora nell’Occidente latino, dove i costumi pagani – e i pagani stessi – sopravvissero a lungo).

27 settembre 2009 – domenica I di Luca

san Callistrate e altri con lui

Tono grave – Vangelo Mattinale V

apolitikia

del tono Con la tua croce hai distrutto la morte; hai aperto al ladrone il paradiso; hai mutato in gioia il lamento delle miròfore, e ai tuoi apostoli ha ordinato di annunciare che sei risorto, o Cristo Dio, per elargire al mondo la grande misericordia.

dei santi I tuoi martiri, Signore, con la loro lotta hanno ricevuto da te, nostro Dio, la corona dell’incorruttibilità; con la tua forza, infatti, hanno abbattuto i tiranni e hanno anche spezzato le impotenti audacie dei demoni. Per le loro preghiere, o Cristo Dio, salva le anime nostre.

della chiesa ...

kontakion

Avvocata mai confusa dei cristiani, stabile mediatrice presso il Creatore, non disprezzare le supplici voci dei peccatori, ma accorri in aiuto, tu che sei buona, di chi con fede a te grida: Presto intercedi per noi, affrettati a salvarci, tu che sempre proteggi chi ti onora, Madre di Dio.

prokimenon

Il Signore darà forza al suo popolo, il Signore benedirà il popolo suo con la pace. Portate al Signore, figli di Dio; portate al Signore gli agnelli.

apostolos

Lettura della seconda epistola di Paolo ai Corinti (6, 1-10)

Fratelli, vi esortiamo a non accogliere invano la grazia di Dio, poiché siamo suoi collaboratori. Egli dice infatti: Nel tempo favorevole ti ho esaudito e nel giorno della salvezza ti ho aiutato. Ecco adesso il tempo favorevole, ecco ora il giorno della salvezza! A nessuno diamo scandalo in qualcosa, perché non venga biasimato il nostro ministero; ma in ogni cosa ci presentiamo come ministri di Dio, con molta pazienza, nelle tribolazioni, nei bisogni, nelle angustie, nelle percosse, nelle carceri, nelle sommosse, nelle fatiche, nelle veglie, nei digiuni; con purezza, sapienza, longanimità, bontà, Spirito Santo, amore sincero; con la parola di verità, con la potenza di Dio; con le armi della giustizia nella destra e nella sinistra; nella gloria e nel disprezzo, nella cattiva fama e nella buona fama; ritenuti ingannatori e invece veritieri; come sconosciuti, eppure conosciuti; moribondi, eppure viviamo; puniti, ma non messi a morte; afflitti, eppure sempre lieti; poveri, mentre arricchiamo molti; nullatenenti, ma tutto possedenti!

alliluia

- E’ bene confessare al Signore e salmeggiare al tuo nome, Altissimo,

- per annunciare al mattino la tua misericordia e la tua verità lungo la notte.

vangelo

Lettura del santo vangelo secondo secondo Luca (5, 1-11)

In quel tempo Gesù stava presso il lago di Ghenisarèt e vide due barche poste presso il lago e i pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salito su una barca, che era di Simone, lo pregò di allontanarsi un po’ da terra. E seduto, ammaestrava le folle dalla barca. Quando poi terminò di parlare, disse a Simone: “Allontànati al largo e calate le vostre reti per la pesca”. Simone rispose e disse: “Capo, abbiamo faticato per l’intera notte e niente abbiamo preso; però sulla tua parola calerò le reti”. Fecero così e rinchiusero una gran quantità di pesci e le loro reti si rompevano. Allora fecero segno ai compagni dell’altra barca ché venissero ad aiutarli. Vennero e riempirono entrambi le barche al punto di affondare. Vedendo questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù dicendo: “Allontànati da me, Signore, perché sono uomo peccatore!” Egli infatti e tutti quelli che erano con lui erano stupiti per la pesca dei pesci che avevano preso. Lo stesso anche Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano compagni di Simone. E Gesù disse a Simone: “Non temere: da questo momento prenderai vivi gli uomini”. Portate le barche a terra, abbandonarono tutto e lo seguirono.

mercoledì 30 settembre e venerdì 2 ottobre: digiuno

20 settembre 2009 - domenica dopo la Croce

sant’Eustazio e altri con lui

Tono plagale II – Vangelo Mattinale IV

apolitikia

del tono Le potenze angeliche si appressarono al tuo sepolcro, e i custodi divennero come morti, mentre Maria stava presso la tomba, cercando il tuo corpo immacolato. Tu hai depredato l’ade, senza esserne toccato; tu sei andato incontro alla Vergine, donando la vita. O risorto dai morti, Signore, gloria a te.

della Croce Salva, Signore, il tuo popolo e benedici la tua eredità, dando ai re vittoria contro i barbari e custodendo con la tua croce la tua Città.

dei santi I tuoi martiri, Signore, con la loro lotta hanno ricevuto da te, nostro Dio, la corona dell’incorruttibilità; con la tua forza, infatti, hanno abbattuto i tiranni e hanno anche spezzato le impotenti audacie dei demoni. Per le loro preghiere, o Cristo Dio, salva le anime nostre.

della chiesa ...

kontakion

Tu che volontariamente sei stato innalzato sulla croce, dona, o Cristo Dio, la tua compassione al popolo nuovo che porta il tuo nome; rallegra con la tua potenza i nostri re fedeli, concedendo loro vittoria contro i nemici. Possano avere la tua alleanza, arma di pace, invitto trofeo.

prokimenon

Come sono grandi le tue opere, Signore! Tutto hai fatto con sapienza. Benedici, anima mia, il Signore. Signore Dio mio, ti sei grandemente esaltato!

apostolos

Lettura dell’epistola di Paolo ai Gàlati (2, 16-20)

Fratelli, sapendo che l’uomo non è giustificato per le opere della Legge se non per mezzo della fede di Gesù Cristo, anche noi abbiamo creduto in Cristo Gesù, per essere giustificati dalla fede di Cristo e non dalle opere della Legge, poiché dalle opere della Legge non sarà giustificato nessun mortale. Se poi, cercando di essere giustificati in Cristo, siamo trovati peccatori anche noi, Cristo sarebbe ministro del peccato? Non sia! Se infatti io costruisco di nuovo ciò che ho distrutto, mi dimostro trasgressore. Io, infatti, per mezzo della legge sono morto alla Legge, affinché viva per Dio. Sono stato crocifisso insieme a Cristo; vivo, però non più io, ma in me vive Cristo. La vita che ora io vivo nella carne, la vivo nella fede, quella nel Figlio di Dio che mi ha amato e ha dato se stesso per me.

alliluia

- Avanza, trionfa e regna per la verità, la mitezza e la giustizia; e ti guiderà mirabilmente la tua destra.

- Hai amato la giustizia e odiato l’iniquità: per questo ti ha unto, o Dio, il tuo Dio con olio di esultanza più dei tuoi compagni.

vangelo

Lettura del santo vangelo secondo Marco (8, 34 - 9, 1)

Il Signore ha detto: “Se qualcuno vuol venire dietro di me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vuole salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia e del vangelo, la salverà. Infatti, che giova all’uomo guadagnare il mondo intero, se la sua vita patisce danno? Che potrebbe mai dare un uomo in cambio della propria vita? Chi si vergognerà di me e delle mie parole in questa generazione adùltera e peccatrice, anche il Figlio dell’uomo si vergognerà di lui, quando verrà nella gloria del Padre suo con gli angeli santi”. E diceva loro: “In verità vi dico: vi sono alcuni qui presenti, che non assaggeranno la morte finché non vedranno il regno di Dio venire con potenza”.

mercoledì 23, digiuno con vino e olio; venerdì 25, digiuno

venerdì 11 settembre 2009

Le Antifone

corrispondono all’Introitus della tradizione latina e, infatti, niente altro erano che salmi cantati mentre si andava dal luogo del raduno (per esempio, il Foro) alla chiesa scelta di volta in volta per la celebrazione eucaristica (le piccole ektenie corrispondono a soste lungo il tragitto). La nostra III antifona corrisponde all’ingresso in chiesa: si intronizzava l’Evangelario, dando subito inizio – con le letture - alla divina Liturgia. Il nome indica il tipo di esecuzione: il salmista canta(va) il salmo mentre il popolo, a ogni versetto, antifona(va) = risponde(va) con un ritornello (anche solo acclamando: Alliluia!). Questo tipo si è conservato maggiormente nella tradizione latina; tra gli ortodossi, vedi l’esecuzione del salmo 81 (Dio sta nell’assemblea degli dei), antifonato con il versetto Sorgi, o Dio, giudica la terra In alcuni giorni (per esempio: nelle feste despotiche, del Signore) si cantano salmi appropriati [purtroppo sparsi tra Typikon, Minei, Apostolos, ecc.; in greco, raggruppati da K. Papaghianni nell’Enkolpion tu anaghnostu ke tu psaltu, Atene, Apostoliki Dhiakonia, 2006], mentre di solito si cantano i Typikà, vale a dire:

I Antifona (salmo 102)

Benedici, anima mia, il Signore e tutto il mio intimo il suo santo nome. Benedici, anima mia, il Signore e non dimenticare tutte le sue lodi.

Egli perdona tutte le tue iniquità, guarisce tutte le tue malattie.

Redime dalla corruzione la tua vita, ti corona di misericordie e di compassioni.

Sazia di beni la tua brama, sarà rinnovata, come di aquila, la tua giovinezza.

Opera misericordie il Signore e il giudizio per tutti quelli che subiscono ingiustizia.

Ha fatto conoscere le sue vie a Mosè, ai figli di Israele le sue volontà.

Pietoso e misericordioso è il Signore, longanime e ricco di misericordia. Non per sempre sarà adirato, né in eterno sarà in collera.

Non secondo i nostri peccati ha agito con noi, né secondo le nostre iniquità ci ha retribuiti.

Perché come l’altezza del cielo dalla terra ha rafforzato il Signore la sua misericordia su quelli che lo temono.

Quanto dista l’oriente dall’occidente ha allontanato da noi le nostre iniquità.

Come un padre ha pietà dei figli, ha avuto pietà il Signore di quelli che lo temono: perché egli sa di che siamo plasmati. Ricordati che siamo polvere!

L’uomo, come l’erba i suoi giorni: come un fiore del campo, così sfiorirà.

Perché un soffio passa in lui, e non sussisterà e non conoscerà più il suo luogo. Ma la misericordia del Signore è da sempre e in eterno su quelli che lo temono.

E la sua giustizia sui figli dei figli, per coloro che custodiscono la sua alleanza e si ricordano dei suoi comandi per compierli.

Il Signore nel cielo ha preparato il suo trono e il suo regno domina tutto.

Benedite il Signore, voi tutti angeli suoi, potenti e forti esecutori della sua parola appena udite la voce delle sue parole.

Benedite il Signore, voi tutte sue schiere, suoi ministri esecutori delle sue volontà.

Benedite il Signore, voi tutte opere sue in ogni luogo del suo dominio; benedici, anima mia, il Signore. Gloria al Padre… E ora e sempre …

II Antifona (salmo 145)

Loda, anima mia, il Signore; loderò il Signore nella mia vita, salmeggerò al mio Dio finché esisto.

Non confidate nei principi e nei figli degli uomini, che non hanno salvezza. Uscirà il suo spirito e ritornerà alla sua terra. In quel giorno periranno tutti i loro pensieri.

Beato colui che ha per aiuto il Dio di Giacobbe, la cui speranza è nel Signore suo Dio. E’ lui che ha fatto il cielo e la terra, il mare e tutto ciò che è in essi; che custodisce la verità in eterno, opera il giudizio per chi subisce ingiustizia, dà cibo agli affamati.

Il Signore scioglie gli uomini in ceppi; il Signore fa sapienti i ciechi; il Signore rialza chi è abbattuto; il Signore ama i giusti; il Signore custodisce i forestieri.

Solleverà l’orfano e la vedova e farà sparire la via dei peccatori. Regnerà il Signore in eterno, il tuo Dio, Sion, di generazione in generazione.

Gloria al Padre… E ora e sempre… Unigenito…

III Antifona (Beatitudini)

I Makarismì si cantano intercalando

- i 6 tropari della Paraklitikì; oppure,

- nella festa d’un santo, i tropari della III e della VI ode del canone; oppure,

- nelle domeniche, gli 8 tropari anastasimi; oppure,

- nella festa d’un santo che cade di domenica, 4 anastasimi e 4 della VI ode del canone; oppure

- nella festa d’un santo che cade in un giorno di fine-festa coincidente con una domenica, 4 anastasimi, 4 della III ode della festa e 4 della VI ode del santo.

Nel tuo regno ricordati di noi, Signore, quando sarai giunto nel tuo regno. Beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati gli afflitti, perché saranno consolati.

Beati i miti, perché erediteranno la terra.

Beati gli affamati e assetati di giustizia, perché saranno saziati.

Beati i misericordiosi, perché otterranno misericordia.

Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio.

Beati gli operatori di pace, perché saranno chiamati figli di Dio.

Beati i perseguitati a causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli.

Beati voi quando vi insultano, vi perseguitano e, mentendo, dicono ogni sorta di male contro di voi per causa mia.

Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli.

Gloria al Padre…

E ora e sempre…

Nelle piccole comunità forse ci si dovrà limitare a proclamare i salmi e le Beatitudini. Nei giorni comuni (ormai, anche nelle domeniche correnti), di solito si cantano le antifone dette appunto solite, costituite solo da alcuni versetti dei salmi 91, 92 e 94:

I Antifona

- E’ bene confessare il Signore e salmeggiare al tuo nome, Altissimo,

Per le preghiere della Madre di Dio, Salvatore, salvaci.

- per annunciare al mattino la tua misericordia e la tua verità lungo la notte;

Per le preghiere della Madre di Dio, Salvatore, salvaci.

- perché retto è il Signore Dio nostro e in lui non c’è ingiustizia.

Per le preghiere della Madre di Dio, Salvatore, salvaci.

- Gloria… E ora e sempre…

Per le preghiere della Madre di Dio, Salvatore, salvaci.

II Antifona

- Il Signore ha instaurato il suo regno; si è rivestito di splendore, si è rivestito il Signore di potenza e se ne è cinto;

Per le preghiere dei tuoi santi, salva noi, Signore! [nelle domeniche: Salva noi, Figlio di Dio risorto dai morti, ché a te cantiamo: Alliluia!]

- e così ha reso saldo il mondo, che non sia scosso.

Per le preghiere dei tuoi santi, salva noi, Signore! [nelle domeniche, c.s.]

- Alla tua casa si addice la santità, Signore, per la lunghezza dei giorni.

Per le preghiere dei tuoi santi, salva noi, Signore! [nelle domeniche, c.s.]

- Gloria… E ora e sempre…

Unigenito…

III Antifona

- Venite, esultiamo per il Signore, acclamiamo a Dio, nostro Salvatore.

Salva noi, Figlio di Dio, mirabile tra i santi, ché a te cantiamo: Alliluia! [nelle domeniche, l’apolitikio del tono]

- Preveniamo il suo volto con la confessione e con salmi acclamiamo a lui; perché Dio grande è il Signore e grande re sopra tutti gli dei;

Salva noi, Figlio di Dio, mirabile tra i santi, ché a te cantiamo: Alliluia! [nelle domeniche, c.s.]

- perché nella sua mano i confini della terra e le altezze dei monti appartengono a lui; suo, infatti, è il mare: è lui che lo ha fatto e la terra ferma, l’hanno plasmata le sue mani.

Salva noi, Figlio di Dio, mirabile tra i santi, ché a te cantiamo: Alliluia! [nelle domeniche, c.s.]

- Gloria… E ora e sempre…

Salva noi, Figlio di Dio, mirabile tra i santi, ché a te cantiamo: Alliluia! [nelle domeniche, c.s.]

Le antifone vanno cantate integralmente (sono già ridotte a soli 3 vv del salmo!): non è lecito – per alcun motivo – ridurle al solo ritornello; in piccole comunità – e soprattutto in edifici di piccole dimensioni - potrebbe essere tollerato soltanto che, proclamati di seguito i tre versetti della terza antifona, si canti una volta sola l’apolitikio.

Lettera del Salvatore

Secondo una tradizione raccolta già da Eusebio nella Storia della Chiesa I 13, il Salvatore scrisse una lettera ad Achvar V Ukama, il Nero, re nell’Osroene, che nel IV secolo la nobildonna Egeria vide ancora conservata nell’archivio vescovile di Edessa. Molti usa(va)no tenere (in casa, addosso) copia della conclusione della lettera:

Questa mia lettera, ovunque venga esposta (in un processo e in tribunale, in casa o in mare, oppure su persone colte dal gelo, su febbricitanti, chi è preso dai brividi, coloro che gettano bava, o legati da un nodo magico, ribollenti, ammalati e simili) scioglierà tutti dai loro mali. Chi però la porterà deve stare lontano da ogni cattiva azione e dire: Questa lettera mi servirà sicuramente per guarire e per una gioia sicura. Ciò che è scritto è stato scritto di mia mano e vi ho apposto il mio sigillo. Sette sono i sigilli qui impressi: † ΨΧΕΥΡΑ

Secondo alcuni, le lettere si scioglierebbe in: Cristo non è uomo Apparente, ma vero Dio-Uomo che riposa sui Cherubini, Colui che è; l’Altissimo Liberatore del genere umano, l’eterno.