sabato 31 ottobre 2009

1 novembre 2009 – domenica V di Luca

1 novembre 2009 – domenica V di Luca

santi Cosma e Damiano

Tono IV – Vangelo Mattinale X

apolitikia

del tono Appreso dall’angelo il radioso annuncio della risurrezione, e libere dalla sentenza data ai progenitori, le discepole del Signore dicevano fiere agli apostoli: E’ stata spogliata la morte; è risorto il Cristo Dio, per donare al mondo la grande misericordia.

dei santi Santi anarghiri e taumaturghi, visitateci nelle nostre infermità: gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date a noi.

della chiesa ...

kontakion

Avvocata mai confusa dei cristiani, stabile mediatrice presso il Creatore, non disprezzare le supplici voci dei peccatori, ma accorri in aiuto, tu che sei buona, di chi con fede a te grida: Presto intercedi per noi, affrettati a salvarci, tu che sempre proteggi chi ti onora, Madre di Dio.

prokimenon

Per i santi che sono nella sua terra ha reso mirabili tutte le sue volontà in loro. Contemplavo il Signore davanti a me sempre, perché è alla mia destra affinché non sia scosso.

apostolos

Lettura della prima epistola di Paolo ai Corinti (12, 27 – 13, 8)

Fratelli, voi siete corpo di Cristo e sue membra, ciascuno per la sua parte. Alcuni sono stati posti da Dio nella Chiesa anzitutto come apostoli, in secondo luogo come profeti, in terzo come maestri; poi i poteri, i carismi delle guarigioni e dell’assistenza, del governo e della varietà di lingue. Sono forse tutti apostoli? Tutti profeti? Tutti maestri? Tutti hanno poteri? Forse hanno tutti i carismi delle guarigioni? Forse parlano tutti in lingue? Forse tutti interpretano? Aspirate ai carismi più grandi. Vi addìto anche la via per eccellenza. Se anche parlo le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho l’amore, sono un bronzo sonante e un cembalo strepitante. E se ho la profezia, e conosco tutti i misteri e tutta la gnosi, e se ho tutta la fede, tanto da spostare le montagne, ma non ho l’amore, non sono niente. E se anche distribuisco in cibo tutte le mie sostanze e - per vantarmi - consegno il mio corpo, ma non ho l’amore, non mi giova nulla. L’amore è paziente, è benevolo l’amore, non invidia. L’amore non si vanta, non si gonfia, non si comporta sconvenientemente, non cerca il suo interesse, non si adìra, non calcola il male, non giosce dell’ingiustizia ma si compiace della verità: tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta. L’amore mai va in rovina.

alliluia

- Ed ecco, che cosa è bello o che cosa dà gioia, se non l’abitare dei fratelli insieme?

- Là ha disposto il Signore la benedizione, la vita in eterno.

vangelo

Lettura del santo vangelo secondo Luca (16, 19-31)

Il Signore ha detto: “Un uomo era ricco, e vestiva di porpora e bisso, e ogni giorno faceva splendide feste. Un povero, di nome Lazzaro, giaceva alla sua porta, coperto di piaghe, e desiderava sfamarsi con le brìciole che cadevano dalla tavola del ricco, ma nessuno gliene dava, e i cani venivano a leccare le sue ferite. Avvenne poi che il povero morì e fu portato dagli angeli nel grembo di Abramo. Morì anche il ricco, e fu sepolto; e alzando nell’ade i suoi occhi, trovandosi tra tormenti, da lontano vide Abramo e Lazzaro in grembo a lui. E gridando disse: Padre Abramo! Abbi pietà di me e manda Lazzaro perché immerga la punta del suo dito nell’acqua e mi rinfreschi la lingua, perché sono tormentato in questa fiamma! Gli disse Abramo: Figlio! Ricorda che hai ricevuto i tuoi beni durante la tua vita, e parimenti Lazzaro i mali. Ma ora lui qui è consolato e tu invece sei tormentato. E in tutte queste cose tra noi e voi è stato posto un grande abisso; chi di qua vuole passare da voi, non può, e chi da voi vuole attraversare di qua, non può. Allora disse: Ti prego, padre! Mandalo a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli: li scongiuri che non vengano anch'essi in questo luogo di tormento. Gli dice Abramo: Hanno Mosè e i profeti; ascoltino loro! Egli disse: No, padre Abramo! Ma se qualcuno viene a loro dai morti, si convertiranno. Gli rispose: Se non ascoltano Mosè e i profeti, non sarebbero convinti neppure se qualcuno risorgesse dai morti”.

mercoledì 4 e venerdì 6: digiuno

venerdì 23 ottobre 2009

25 ottobre 2009

25 ottobre 2009 – domenica XX di Luca

santi Marciano e Martirio

Tono III – Vangelo Mattinale IX

apolitikia

del tono Si rallegrino le regioni celesti, esultino quelle terrestri, perché il Signore ha operato potenza con il suo braccio: con la morte ha calpestato la morte; è divenuto primogenito dai morti; dal ventre dell’ade ci ha strappati, e ha elargito al mondo la grande misericordia.

dei santi I tuoi martiri, Signore, con la loro lotta hanno ricevuto da te, nostro Dio, le corone dell’incorruttibilità: con la tua forza infatti hanno abbattuto i tiranni e hanno anche spezzato le impotenti audacie dei demoni. Per le loro preghiere, Cristo Dio, salva le anime nostre.

della chiesa ...

kontakion

Avvocata mai confusa dei cristiani, stabile mediatrice presso il Creatore, non disprezzare le supplici voci dei peccatori, ma accorri in aiuto, tu che sei buona, di chi con fede a te grida: Presto intercedi per noi, affrettati a salvarci, tu che sempre proteggi chi ti onora, Madre di Dio.

prokimenon

Salmeggiate al nostro Dio, salmeggiate, salmeggiate al nostro re, salmeggiate. Genti tutti, battete le mani, acclamate Dio con voci di esultanza.

apostolos

Lettura dell’epistola di Paolo ai Gàlati (1, 11-19)

Fratelli, vi rendo noto che il vangelo da me evangelizzato non è secondo l’uomo: infatti non l’ho ricevuto da un uomo né sono stato ammaestrato se non per rivelazione di Gesù Cristo. Avete udito della mia condotta d’un tempo nel giudaismo: perseguitavo oltre ogni limite la Chiesa di Dio e la devastavo. Superavo nel giudaismo molti coetanei del mio popolo, essendo ben più di loro zelante delle tradizioni dei miei padri. Quando poi piacque a Dio - che mi aveva separato fin dal ventre di mia madre e mi aveva chiamato con la sua grazia - di rivelare il Figlio suo in me, affinché lo evangelizzassi ai gentili, subito, senza chiedere consiglio alla carne o al sangue, senza salire a Gerusalemme da quelli che erano apostoli prima di me, partii per l’Arabia e poi tornai a Damasco. In seguito, dopo tre anni, salii a Gerusalemme per vedere Kifàs e mi trattenni presso di lui quindici giorni. Degli apostoli non vidi altro se non Giacomo, il fratello del Signore.

alliluia

- In te, Signore, ho sperato, che io non resti confuso in eterno. Nella tua giustizia liberami e scampami.

- Sii per me un Dio protettore e un luogo fortificato per salvarmi.

vangelo

Lettura del santo vangelo secondo Luca (8, 27-39)

In quel tempo Gesù giunse nella regione dei Gadareni e dalla città gli venne incontro un uomo che aveva demoni. Da molto tempo non portava vestito, né abitava in casa ma nei sepolcri. Quando vide Gesù, si prostrò davanti a lui urlando e a gran voce disse: “Che c’è tra me e te, Gesù, Figlio di Dio, l’Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!” Infatti comandava allo spirito impuro di uscire dall’uomo: molte volte infatti si era impossessato di lui. Era stato legato con catene e imprigionato con ceppi, ma spezzando i legami, dal demonio era portato via nei deserti. Gesù gli domandò: “Che nome hai?” Rispose: “Legione!”, perché erano entrati in lui molti demoni. E lo supplicavano che non intimasse loro di andare nell'abisso. C’era lì un numeroso branco di porci che pascolava sul monte. Lo supplicarono che permettesse loro di entrarvi, ed egli lo permise. Usciti dunque dall’uomo, i demoni entrarono nei porci e il branco si gettò giù dal dirupo nel lago, e affogò. I mandriani, quando videro quel che era accaduto, fuggirono, annunziando il fatto nella città e nelle campagne. La gente uscì per vedere ciò che era accaduto e, quando arrivarono da Gesù, trovarono l’uomo dal quale erano usciti i demoni, vestito e sano di mente, seduto ai piedi di Gesù. Ed ebbero paura. Quelli che avevano visto dissero loro come l’indemoniato era stato salvato. Allora tutta la popolazione del territorio dei Gadareni lo pregò di partire da loro, perché erano stretti da grande paura. Gesù allora, salito su una barca, tornò indietro. L’uomo dal quale erano usciti i demoni gli chiese di restare con lui ma egli lo congedò dicendogli: “Torna a casa tua e racconta quel che Dio ti ha fatto”. L’uomo se ne andò e proclamò per tutta la città quel che Gesù aveva fatto per lui.

mercoledì 28: digiuno con olio e vino; venerdì 30: digiuno

26 ottobre: san Demetrio

Gioirà il giusto nel Signore e spererà in lui, e si glorieranno tutti i retti di cuore. Esaudisci, o Dio, la mia preghiera quando ti supplico.

Lettura della seconda epistola di Paolo a Timòteo (2, 1-10)

Diletto figlio Timòteo, raffòrzati nella grazia che è in Cristo Gesù, e le cose che hai udito da me attraverso molti testimoni, consegnale a uomini fidati, che siano capaci di insegnare anche agli altri. Soffri con me da buon soldato di Cristo Gesù. Nessuno che fa il servizio militare s’immischia nelle faccende della vita, per far piacere a chi lo ha arruolato. Chi lotta con qualcuno, non viene incoronato se non lotta correttamente: l’agricoltore che lavora deve ricevere i frutti per primo. Rifletti a quanto ti dico; il Signore ti darà intelligenza in tutto. Ricordati che Gesù Cristo, risuscitato dai morti, è del seme di David, secondo il mio vangelo. Per questo subisco, come un malfattore, fino alle catene; ma la parola di Dio non è incatenata! Perciò io tutto sopporto per gli eletti, perché anch’essi ottengano la salvezza che è in Cristo Gesù, insieme alla gloria eterna.

- Il giusto fiorirà come palma, si moltiplicherà come cedro del Libano.

- Piantato nella casa del Signore, negli atri del nostro Dio fiorirà.

Lettura del santo vangelo secondo Giovanni (15, 17 - 16, 2)

Il Signore ha detto ai suoi discepoli: “Questo vi comando: amatevi gli uni gli altri. Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia. Ricordate la parola che vi ho detto: Un servo non è più grande del suo padrone. Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi; se hanno osservato la mia parola, osserveranno anche la vostra. Ma tutto questo vi faranno a causa del mio nome, perché non conoscono chi mi ha inviato. Se non fossi venuto e non avessi parlato loro, non avrebbero il peccato; ma ora non hanno scusa per il loro peccato. Chi odia me, odia anche il Padre mio. Se non avessi fatto in mezzo a loro opere che nessun altro mai ha fatto, non avrebbero il peccato; ora invece hanno visto e hanno odiato me e il Padre mio. Questo perché si adempisse quella parola scritta nella loro Legge: Mi hanno odiato senza ragione. Quando verrà il Consolatore che io vi manderò dal Padre, lo Spirito di verità che procede dal Padre, egli testimonierà per me; e anche voi testimoniate, perché siete con me fin dal principio. Vi ho detto queste cose perché non siate scandalizzati. Sarete espulsi dalle sinagoghe; anzi, viene l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio”.

mercoledì 14 ottobre 2009

18 ottobre 2009 – domenica XIX di Luca

san Luca evangelista

Tono II – Vangelo Mattinale VIII

apolitikia

del tono Quando discendesti nella morte, o vita immortale, allora mettesti a morte l’ade con la folgore della tua divinità; e quando risuscitasti i morti dalle regioni sotterranee, tutte le schiere delle regioni celesti gridavano: O Cristo datore di vita, Dio nostro, gloria a te.

del santo Santo apostolo ed evangelista Luca, intercedi presso Dio misericordioso perché conceda alle anime nostre la remissione delle colpe.

della chiesa ...

kontakion

Avvocata mai confusa dei cristiani, stabile mediatrice presso il Creatore, non disprezzare le supplici voci dei peccatori, ma accorri in aiuto, tu che sei buona, di chi con fede a te grida: Presto intercedi per noi, affrettati a salvarci, tu che sempre proteggi chi ti onora, Madre di Dio.

prokimenon

Per tutta la terra è uscito il suo suono e sino ai confini del mondo le sue parole. I cieli narrano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l’opera delle sue mani.

apostolos

Lettura dell’epistola di ai Colossesi (4, 5-11; 14-18)

Fratelli, comportatevi saggiamente con quelli di fuori, cogliendo ogni occasione. Il vostro parlare sia sempre gentile e salato, in modo da saper come rispondere a ciascuno. Su quanto mi riguarda v’informerà Tìchico, diletto fratello, fedele ministero e mio compagno nel servizio del Signore. Ve lo mando perché io conosca la vostra situazione e perché consoli i vostri cuori, insieme con Onèsimo, fedele e diletto fratello, fedele e diletto fratello, che è dei vostri: v’informeranno di tutte le cose di qua. Vi salutano Aristarco, mio compagno di prigionia, e Marco, cugino di Bàrnaba, riguardo al quale riceveste istruzioni; se venisse da voi, accoglietelo. Vi salutano Luca, il caro medico, e Dhimà. Salutate i fratelli di Laodicea, Ninfas con la Chiesa che si raduna in casa sua. Quando avrete letto questa lettera, fatela leggere anche nella Chiesa di Laodicea; anche voi leggete quella che riceverete da Laodicea. Dite ad Archippo: Bada di compiere bene il ministero che hai ricevuto nel Signore. Il saluto è di mano mia, di Paolo. Ricordatevi delle mie catene. La grazia sia con voi. Amin.

alliluia

- Confesseranno i cieli le tue meraviglie, Signore, e la tua verità nella chiesa dei santi.

- Dio è glorificato nella chiesa dei santi; è grande e terribile su tutti quelli che lo circondano.

vangelo

Lettura del santo vangelo secondo Luca (10, 16-21)

Il Signore ha detto ai suoi discepoli: “Chi ascolta voi, ascolta me; chi respinge voi, respinge me; chi mi respinge, respinge Colui che mi ha mandato”. I settantadue allora tornarono con gioia, dicendo: “Signore, anche i demoni si sottomettono a noi nel tuo nome”. Egli allora disse: “Ho visto il Satana che cadeva come folgore dal cielo. Ecco, vi ho dato il potere di camminare su serpenti e scorpioni e su ogni potenza del nemico. Nulla vi potrà far danno. Non rallegratevi però perché gli spiriti si sottomettono a voi, rallegratevi perché i vostri nomi sono scritti nei cieli”. In quell’ora Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: “Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, così la benevolenza è stata innanzi a te!”.

mercoledì 21: digiuno; venerdì 23: digiuno con olio e vino

La concelebrazione

In questi ultimi mesi, in Grecia si è riaccesa la polemica a proposito della celebrazione con gli eretici. Il problema non è di facile soluzione, perché l’odierna cristianità occidentale distingue nettamente tra celebrazione dei sacramenti (anzi, in senso stretto: dell’Eucaristia) e preghiera in comune. Posto il “dogma” (peraltro discutibile) che abbiamo tutti lo stesso Dio, ritiene lecita – anzi raccomandabile – la preghiera insieme a chiunque abbia una qualsiasi fede in una qualunque Entità superiore: di per sé, anche con gli atei (alcuni dei quali, per esempio, in fin dei conti credono nel Futuro glorioso e progressivo dell’Umanità).

Nella moderna cristianità occidentale, poi, il concetto stesso di eresia è piuttosto fumoso, poiché nell’ultimo quarto del secolo scorso si è imposta con prepotenza l’idea pirroniana che non esista la Verità, ma che esistano tante, diverse verità. In pratica, dalla mentalità occidentale è oggi scomparso il principio logico per cui se A è oggettivamente vero, B è falso, e si è imposto il principio soggettivo per cui se per Pietro è vero A e per Paolo è vero B, vuol dire che tanto A quanto B sono veri in sé.

Gli ortodossi, invece, sembrano più fedeli al principio aristotelico (!) del tertium non datur, e sono portati a considerare eresia tutto ciò che non appartiene (o si ritiene non appartenga) alla tradizione della Chiesa ortodossa: non solo il dogma in senso stretto ma anche semplici usanze o prassi canoniche [è un po’ buffo, ma alcuni considerano eretico – “non ortodosso” - persino l’uso delle candele steariche]; attenendosi poi (anche inconsapevolmente) all’etimologia, considerano Liturgia qualsiasi azione della Chiesa, e (peraltro correttamente) non distinguono tra preghiera privata e preghiera ufficiale.

Il problema si complica anche perché i Cànoni citati dai teologi ortodossi - sia contro che a favore della Preghiera in comune – non tengono conto (né potevano tener conto, all’epoca in cui furono redatti), di un certo “stato di fatto” dei nostri tempi. Per fare un esempio: ammesso (ma, come si suole dire, non concesso) che Nestorio fosse eretico, sono oggi eretici quanti chiamiamo “nestoriani”? I Copti e gli Etiopi di oggi sono “eretici” o piuttosto hanno tradizioni (liturgiche, musicali, iconografiche, ecc.) semplicemente diverse da quelle delle Chiese di tradizione romana?

“Chiesa locale”

L’ecclesiologia occidentale (moderna) identifica la Chiesa Cattolica con la Chiesa di Roma Antica, in quanto retta dal Papa, con una “inversione di prova”: anziché dire che il Papa è cattolico perché fa parte della Chiesa Cattolica, si afferma che la Chiesa è cattolica perché dipende dal Papa. L’espressione “Chiesa locale” è poi usata come sinonimo del tradizionale lemma diocesi, e la stessa ecclesiologia sostiene che ogni singola Chiesa locale (diocesi) non è “cattolica” in sé, ma solo per partecipazione, in quanto cioè fa parte della Chiesa Cattolica retta dal Papa [Come dire: Firenze non è una città italiana in sé - per la sua storia cultura arte ecc. - ma solo perché è una prefettura del Governo italiano].

Espressioni come la Chiesa particolare di Tessalonica, la Chiesa locale di Corinto, ecc. in questi ultimi anni si sono diffuse anche in alcuni ambienti ortodossi, probabilmente ignorandosi che la tradizione teologia ortodossa da sempre afferma che ubi episcopus, ibi Ecclesia: ogni “diocesi” è la Chiesa Cattolica, non una Chiesa Cattolica tra tante; ogni “diocesi” è la Chiesa cattolica e non un pezzo della Chiesa Cattolica. La cattolicità della Chiesa di Filippi non è data dall’appartenenza a una più vasta struttura, ma dal fatto che il vescovo di Filippi insegna nell’ortodossia la Parola della verità, dal fatto che i cristiani di Filippi aderiscono pienamente alla ortodossa Fede cattolica. Allo stesso modo, senza confondere il piano storico con quello teologico, la Chiesa di Veria – per esempio - è apostolica non perché fondata (?) dall’apostolo Paolo, ma perché i cristiani di Veria aderiscono alla ortodossa Fede apostolica.

Atto ed Essenza

“Simile alla vista di un arco, come è nella nube nei giorni di pioggia: questa la visione, simile alla Gloria del Signore. Vedo, e cado sulla mia faccia, e ascoltai la voce di chi parlava”. Si riporta questo passo per fare notare che

a. Ezechiele (1, 28) non vede la Gloria del Signore, ma vede una visione, un “qualcosa” che a lui sembra somigliare alla Gloria del Signore;

b. nelle Bibbie in italiano comunemente usate, si impiega sempre (qui e ovunque), rigorosamente il minuscolo; per esempio: vidi la gloria del Signore;

c. nelle stesse, non di rado la Gloria diventa un glorioso: per esempio, vidi il Signore glorioso;

d. nelle stesse, quasi sempre, in nota c’è questa spiegazione: La gloria di Dio, cioè Dio stesso.

L’uso del minuscolo non è quindi una scelta “tipografica”, ma conseguenza della identificazione tra Atto ed Essenza. Si ignora – di fatto – la dottrina delle divine e increate Energie divine: la Gloria è una delle Energie di Dio (uno degli Atti di Dio) ma non è Dio; non si da’ la stessa risposta al chi è Dio e al come opera Dio. Forse a causa di questa “ignoranza” è da attribuire la tendenza, nel pensiero occidentale, a ridurre le epifanie divine a delle “espressioni poetiche” o – peggio – a descrizioni di fenomeni naturali, fisici, materiali, più o meno spiegabili razionalmente.

giovedì 8 ottobre 2009

11 ottobre 2009 – domenica IV di Luca

I Padri del VII Concilio Ecumenico (inaugurazione dell’anno catechistico)

Tono I – Vangelo Mattinale VII

apolitikia

del tono Sigillata la pietra dai giudei, mentre i soldati erano a guardia del tuo corpo immacolato, sei risorto il terzo giorno, o Salvatore, donando la vita al mondo. Per questo le schiere celesti gridavano a te, datore di vita: Gloria alla tua risurrezione, o Cristo; gloria al tuo regno; gloria alla tua economia, o solo amico degli uomini.

dei Padri Tu sei più che glorioso, o Cristo Dio nostro, tu che hai stabilito come astri sulla terra i nostri padri e per mezzo loro ci hai guidati tutti alla vera fede: tu che sei pieno d’ogni compassione, gloria a te!

della chiesa ...

kontakion

Avvocata mai confusa dei cristiani, stabile mediatrice presso il Creatore, non disprezzare le supplici voci dei peccatori, ma accorri in aiuto, tu che sei buona, di chi con fede a te grida: Presto intercedi per noi, affrettati a salvarci, tu che sempre proteggi chi ti onora, Madre di Dio.

prokimenon

Benedetto sei tu, Signore Dio dei nostri padri, e lodato e glorificato è il tuo nome nei secoli, poiché sei giusto in tutto ciò che hai fatto; tutte le tue opere sono vere e rette le tue vie.

apostolos

Lettura dell’epistola di Paolo a Tito (3, 8-15)

Diletto figlio Tito, questa parola è degna di fede e io voglio che tu sia fermo su tali cose, affinché quelli che hanno creduto in Dio si sforzino di eccellere nelle opere buone. Ciò è bello e utile agli uomini. Evita invece sciocche investigazioni, genealogie, risse e polemiche riguardo alla Legge, perché sono inutili e vane. Dopo un primo e un secondo ammonimento evita l’uomo eretico: ben sai che quello è pervertito e continuerà a peccare, condannandosi da sé. Quando ti avrò mandato Artema o Tìchico, affrettati a raggiungermi a Nicòpoli, perché lì ho deciso di passare l’inverno. Provvedi diligentemente a Zinà, il giurista, e ad Apollo: che non manchi loro nulla. Imparino anche i nostri a eccellere nel fare il bene per essere d’aiuto nelle necessità, affinché non rimangano infruttuosi. Ti salutano tutti coloro che sono con me, Saluta quelli che ci amano nella fede. La grazia sia con tutti voi. Amin.

alliluia

- O Dio, con le nostre orecchie abbiamo udito, i nostri padri ci hanno annunciato l’opera che hai compiuto ai loro giorni, nei giorni antichi.

- Hanno gridato i giusti, e il Signore li ha esauditi, e da tutte le loro tribolazioni li ha liberati.

vangelo

Lettura del santo vangelo secondo secondo Luca (8, 5-15)

Il Signore ha detto questa parabola: “Uscì il seminatore a seminare i suoi semi. Mentre seminava, uno cadde lungo la strada, fu calpestato e gli uccelli lo mangiarono. Un altro cadde sulla roccia, germogliò e si seccò perché non aveva umidità. Un altro cadde in mezzo alle spine, le spine crebbero insieme e lo soffocarono. Un altro cadde sulla terra buona, germogliò e fruttò cento volte tanto”. E detto questo, gridò: “Chi ha orecchi per ascoltare, ascolti!” Allora i suoi discepoli gli chiedevano cosa fosse questa parabola. Ed egli disse: “A voi è dato conoscere i misteri del regno di Dio; agli altri parlo in parabole affinché guardando non vedano e ascoltando non comprendano. La parabola è questa: il seme è la parola di Dio. Quelli lungo la strada sono quelli che hanno ascoltato ma poi viene il diavolo e toglie la parola dal loro cuore perché, non avendo creduto, non siano salvati. Quelli sulla roccia sono quelli che ascoltano con gioia e accolgono la parola ma non hanno radice: per il momento credono, ma al tempo della tentazione si allontanano. Quello che è caduto tra le spine, sono quelli che hanno ascoltato ma, camminando sotto le preoccupazioni, e la ricchezza, e i piaceri della vita, restano soffocati e non arrivano a maturazione. Quello nella terra buona, sono quelli che hanno ascoltato la parola e la conservano in un cuore bello e buono, e nella pazienza portano frutto”.

mercoledì 14 e venerdì 16 ottobre: digiuno