“Simile alla vista di un arco, come è nella nube nei giorni di pioggia: questa la visione, simile alla Gloria del Signore. Vedo, e cado sulla mia faccia, e ascoltai la voce di chi parlava”. Si riporta questo passo per fare notare che
a. Ezechiele (1, 28) non vede la Gloria del Signore, ma vede una visione, un “qualcosa” che a lui sembra somigliare alla Gloria del Signore;
b. nelle Bibbie in italiano comunemente usate, si impiega sempre (qui e ovunque), rigorosamente il minuscolo; per esempio: vidi la gloria del Signore;
c. nelle stesse, non di rado la Gloria diventa un glorioso: per esempio, vidi il Signore glorioso;
d. nelle stesse, quasi sempre, in nota c’è questa spiegazione: La gloria di Dio, cioè Dio stesso.
L’uso del minuscolo non è quindi una scelta “tipografica”, ma conseguenza della identificazione tra Atto ed Essenza. Si ignora – di fatto – la dottrina delle divine e increate Energie divine: la Gloria è una delle Energie di Dio (uno degli Atti di Dio) ma non è Dio; non si da’ la stessa risposta al chi è Dio e al come opera Dio. Forse a causa di questa “ignoranza” è da attribuire la tendenza, nel pensiero occidentale, a ridurre le epifanie divine a delle “espressioni poetiche” o – peggio – a descrizioni di fenomeni naturali, fisici, materiali, più o meno spiegabili razionalmente.
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