Melicuccà (favo-di-miele), comune della provincia di Reggio (A3 Reggio-Salerno, uscita Palmi). L’abitato non sembra anteriore al 16° secolo, ma il toponimo appare nel 10° nel Bios di sant’Elia lo Speleota: del suo grande Monastero delle Grotte non resta altro che un modesto anfratto in cui prodigiosamente continua a gocciolare l’acqua così come si legge nello stesso Bios. Alcune reliquie del santo sono conservate nelle parrocchiali (cattoliche) dell’abitato e della vicina Seminara.
Pentidattilo (per penta-dattilo), frazione di Melito di Porto Salvo (30 km da Reggio), a 2 km dalla SS 116 (e dal mare), prende nome dalle cinque-dita di roccia rossastra che la sovrasta. Nella chiesa parrocchiale (latina) una piccola placca marmorea del XVII secolo ricorda la soppressione del “rito greco”. Il paese è del tutto disabitato, ma – grazie a un accordo con la parrocchia ortodossa di Reggio – si può soggiornare gratis in qualcuna delle caratteristiche abitazioni recentemente restaurate dalla ProLoco.
Nel 1595 l’Inquisitore vi trovò 1 protopapas (primoprete) celibe; 1 dittereo (secondoprete) e altri 3 sacerdoti, coniugati; 1 diacono coniugato come altri 4 chierici, che servivano le chiese di San Pietro (protopapale), di San Nicola (dittereale), di San Costantino e della Metamorfosi. L’Inquisitore impose, sotto pena di scomunica, di amministrare i sacramenti secundum usum et ritum latinorum. Probabilmente sarà scoppiata una rivolta popolare, perché lo stesso Inquisitore annota che dopo fu ordinato (sic) di usare il “rito greco”.
Calanna (per Kalàmnis), comune a 18 km da Reggio, 511 slm. Conserva alcune opere marmoree dei secoli XI\XII; al Museo Nazionale della Magna Grecia sono invece in deposito una crocetta del VI secolo e un coevo medaglione, in steatite, raffigurante san Giorgio, ritrovati nelle campagne vicine.
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