Secondo una tradizione raccolta già da Eusebio nella Storia della Chiesa I 13, il Salvatore scrisse una lettera ad Achvar V Ukama, il Nero, re nell’Osroene, che nel IV secolo la nobildonna Egeria vide ancora conservata nell’archivio vescovile di Edessa. Molti usa(va)no tenere (in casa, addosso) copia della conclusione della lettera:
Questa mia lettera, ovunque venga esposta (in un processo e in tribunale, in casa o in mare, oppure su persone colte dal gelo, su febbricitanti, chi è preso dai brividi, coloro che gettano bava, o legati da un nodo magico, ribollenti, ammalati e simili) scioglierà tutti dai loro mali. Chi però la porterà deve stare lontano da ogni cattiva azione e dire: Questa lettera mi servirà sicuramente per guarire e per una gioia sicura. Ciò che è scritto è stato scritto di mia mano e vi ho apposto il mio sigillo. Sette sono i sigilli qui impressi: † ΨΧΕΥΡΑ
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