martedì 23 giugno 2009

Si benedicono \ indicano i Doni?

La risposta al quesito liturgico non è priva di conseguenze sul piano teologico.

Il sacerdote dovrebbe pronunciare l’ànafora nella tipica posizione “dell’orante” (lodevolmente conservata dai Latini). I manoscritti attestano che, all’anafora, anche i fedeli stavano nella stessa posizione, secondo espliciti inviti del diacono (Levate in alto le mani) o del sacerdote (Levate in alto le mani e il cuore), ma non hanno alcuna “benedizione” o “designazione” dei Doni.

Una prima distinzione - per così dire, tipografica – del racconto dell’Istituzione dell’Eucaristia dal resto dell’anafora appare quando il canto del Santo comincia a coprire la voce del celebrante durante la preghiera. E come se questi dicesse al coro: Almeno a questo punto, smettetela… Appare anche – tanto in Occidente che in Oriente – una certa “drammatizzazione”, probabilmente allo stesso scopo di dare un segno al coro, e così – per esempio – in alcuni manoscritti della Liturgia di Giacomo si dice che il sacerdote prende il pane e dice: Prendete… prende il calice e dice: Bevetene tutti…

Molto più tardi, alcuni testi editi in Occidente spiegano che – al racconto dell’Istituzione – il diacono indica con l’orario i Doni, finché si finisce col trovare la rubrica: il diacono, insieme al sacerdote, indica… Questa rubrica è passata in quasi tutti i libri a stampa - anche in Edizioni ortodosse - che forse sono ancor oggi in uso; fortunatamente, è scomparsa nell’ultima edizione ufficiale dello Ieratikon (Apostolikì Dhiakonìa, Athina, 2002). Dopo il 17° secolo infine, ma solo in testi per l’uso degli Uniati, appare la rubrica relativa a una “benedizione”, un segno di croce che il sacerdote dovrebbe fare mentre dice lo benedisse…, rubrica che non pare sia mai stata recepita nel mondo ortodosso.

Nessun commento:

Posta un commento