lunedì 8 giugno 2009

Errori nei libri liturgici

1. Circolano libri liturgici con alcuni errori:

1. Nella Preghiera su coloro che si sono confessati va soppressa l’aggiunta (La grazia del santissimo Spirito, per mezzo della mia indegnità, ti ha sciolto e perdonato). Si tratta di una formula che viene da una altra preghiera (Per sciogliere da penitenze canoniche), qui inserita su imitazione dell’ Ego te absolvo… dettato dalla teologia occidentale.

2. Il sacerdote copre il disco dicendo: Dalla parola del Signore furono fissati i cieli e dallo spirito della sua bocca tutte le loro schiere e non Venne la stella… Per sentimentalismo (del settecento occidentale) il rito della Pròtesi fu visto come una riproduzione … del presepio, e perciò alcuni vi aggiunsero tropari come Preparati Betlemme: poco è mancato che vi aggiungessero il Tu scendi dalle stelle… (composto proprio nel 1732 da Alfonso de’ Liguori).

3. Le Preghiere per i catecumeni, la loro dimissione, e le seguenti Preghiere per i fedeli non vanno mai omesse: dal terzo mercoledì di quaresima al grande mercoledì compreso (in tutte le Liturgie) bisogna dire anche le Preghiere per gli illuminandi.

4. All’incensazione prima dell’Ingresso maggiore, il sacerdote dice (tra sé) il salmo 50 sino al versetto Sacrificio a Dio è uno spirito contrito: un cuore contrito e umiliato Dio non lo disprezzerà e poi, deposti i Doni, riprende dal versetto Benefica, Signore, nel tuo compiacimento...

5. Alle parole I quali cantano l’inno… alcuni sacerdoti, per influsso occidentale, usano “scampanellare” con l’asterisco: i libri liturgici non hanno indicazioni del genere. [In principio, qualcuno - per scrupolo gesuitico - cominciò a scuotere l’asterisco per staccarne eventuali frammenti di pane, qualche altro capì che a quel momento bisogna suonare, e si finì in un fracasso generale].

6. Al racconto dell’Istituzione dell’Eucaristia alcuni sacerdoti, per influsso occidentale, usano benedire (?) i doni: i libri liturgici non chiedono neppure di “indicarli”.

7. Il sacerdote dice l’Epiclesi sempre in piedi; in qualsiasi periodo dell’anno può però fare tre prostrazioni alla sua conclusione. Per correttezza logica (e teologica!) l’Epiclesi si conclude con la richiesta perché diventino… e non giudizio o condanna: per un curioso influsso della “teologia sacramentaria” occidentale alcuni invece pensano sia conclusa con le parole trasmutandoli con il tuo santo Spirito. Per un paradossale influsso occidentale, alcuni illecitamente usano interrompere l’Epiclesi (che inizia almeno da … a te offrendo in tutto e per tutto, ti inneggiamo ecc.) per recitare alcuni tropari o giaculatorie devozionali.

8. Nell’anafora del grande Basilio, nell’epiclesi qualcuno ha aggiunto l’espressione “trasmutando(li) con il tuo Santo Spirito” (senza accorgersi che tutto il testo diventa un bizzarro … venga il tuo Santo Spirito su di noi, perché trasmuti il pane e il vino, trasmutandoli con il tuo Santo Spirito). L’espressione va quindi espunta da questa anafora

9. Alcuni usano benedire l’antidoron al canto del Megalinario: il momento più adatto sarebbe invece quando si dice Ricordati, Signore, di chi porta frutti ecc.

10. Il sacerdote infonde l’acqua calda nel calice dicendo: Fervore dello Spirito Santo. Amin, e non l’errata formula Fervore della fede, pienezza (?) dello Spirito Santo.

11. Prima del Padre nostro, al Dopo aver ricordato tutti i santi… vanno espunte tutte le invocazioni da Perché ci liberi… a Una fine cristiana… erroneamente qui “passate” (dal rito dei Presantificati), inserite tra Perché il nostro Dio amico degli uomini… e Chiedendo l’unità della fede…

Nessun commento:

Posta un commento