lunedì 8 giugno 2009

Modifiche ai testi liturgici

Per sciocchi motivi politici, alcuni hanno voluto correggere o “modernizzare” quei testi poetici in cui si trovano riferimenti ai regnanti, e hanno persino osato modificare l’anafora (o, ancor peggio, “saltare” il riferimento al Re). Anche il riferimento alla Città - Nuova Roma - spesso è stravolto, e riferito a una imprecisata società, cultura o civiltà. Qualcuno, preso da frenetica “correttezza politica” ha anche tentato di modificare i testi poetici della Grande Settimana, scorgendovi qua e là riferimenti creduti “antisemiti”. Si tratta tutte di modifiche ILLECITE.

L’unica modifica tollerata è quella nelle preghiere litaniche, in cui - anziché Per i nostri regnanti… - si può dire: Per la nostra Nazione, per il Governo e l’Esercito, preghiamo il Signore (formula che si può usare anche per il Grande Ingresso). L’invocazione Perché sottometta… si può invece omettere. Nella Preghiera all’ambone, poi, si può dire: ai sacerdoti, al Governo, all’Esercito e a tutto il popolo...

L’anafora va invece integralmente e puntualmente letta così come è stata ricevuta dalla tradizione: per i nostri fedeli regnanti, amanti di Cristo, per tutto il Palazzo e il loro Esercito. Dona loro, Signore, un regno pacifico, perché nella loro serenità possiamo trascorrere una vita quieta e tranquilla, con tutta pietà e devozione. Qualsiasi modifica è GRAVEMENTE ILLECITA.

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