venerdì 22 maggio 2009

Incensazioni

1. Alla IX ode del Mattutino il sacerdote incensa l’icona della Tuttasanta, la Mensa e il Santuario, le icone del templon e tutto il resto.

2. Alla Preparazione dei Doni si incensano l’asterisco e i veli (se il sacerdote è solo, si limita ad accostarli al fumo); si incensa poi la Pròtesi e il Santuario (e tutto il resto se, essendo giunti proprio allora alla fine del Mattutino, si sta per iniziare immediatamente la divina Liturgia). In entrambi i casi, percorrendo tutta l’aula; in seguito, restando sul solea.

3. Al canto degli Alliluia (non prima, durante la lettura dell’Epistola) il sacerdote incensa l’Evangeliario: non ha molto senso estendere l’incensazione.

4. Prima del trasporto dei Doni, il sacerdote incensa l’altare, il santuario, il templon e tutto il resto; recatosi alla Protesi, incensa nuovamente.

5. Dopo il trasporto dei Doni, e dopo averli deposti sulla Mensa, il sacerdote incensa l’air (vedi sopra) e poi gli stessi Doni, dicendo Benefica, Signore, nel tuo compiacimento... e il resto del salmo 50.

6. Al Megalinario il sacerdote incensa i Doni.

7. Alla fine della comunione incensa i Doni sia prima di riportarli alla Protesi, sia dopo averli deposti sulla mensa della Protesi.

8. Al Vespro, il sacerdote incensa al canto di Salga a te la mia preghiera (la Mensa, il Santuario e – uscendo – il templon e l’aula). All’Ingresso (se c’è) si porta l’incenso e il sacerdote incensa innanzi a sé rientrando nel Santuario. L’incenso si userà poi alla Litì e all’Artoklasia (quando ci sono).

9. Quando si deve incensare “intorno” (la Mensa, un’ icona, ecc.) non si intende che il sacerdote incensa girando attorno: si ferma, per incensare, ai quattro lati.

10. I campanelli non sono stati messi per fare un po’ di baldoria: è sempre meglio evitare qualsiasi pacchiano folklore, e la chiesa non è una Fiera dell’Est.

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