lunedì 18 maggio 2009

Chiesa e Società

Un osservatore esterno nota con meraviglia che, negli Stati a maggioranza ortodossa, nelle processioni l’incarico di portare l’icona della festa è quasi sempre affidato a militari, che la bandiera ha sempre un posto d’onore in chiesa, che all’autorità civile (dal sindaco al presidente della Repubblica) è spesso dato di dire Credo e Padre Nostro a nome di tutti i presenti, ecc. Il comune turista (e non solo!) finisce col formulare accuse di “cesaropapismo”.

La “sinfonia” tra Chiesa e società civile, invece, ha molte e diverse cause. Innanzitutto, il clero sposato: in uno Stato a maggioranza ortodossa, anche l’ateo incallito è padre, figlio, fratello, nipote… di un prete, e la forte diffusione dell’ideale ascetico fa sì che tutti abbiano in famiglia un monaco. Il monaco, poi, è più un “laico” che un “chierico”: non è separato dalla vita comune del contadino, dell’artigiano, ecc. La presenza, magari in ogni famiglia, di un diacono, di un sacerdote, di un monaco e, perché no? di un vescovo, ha fatto sì che usi “religiosi” si siano radicati come usanze popolari (si pensi alla pratica del digiuno) e viceversa.

Secondariamente, l’Oriente (non solo cristiano) per fortuna non ha conosciuto la Rivoluzione francese e i guasti dell’Illuminismo (e di tutti gli ismi) sono penetrati in Oriente solo come indigesto prodotto d’importazione dall’Occidente (dal Comunismo, al Nazismo e al Laicismo).

Tra i guasti dell’Illuminismo c’è senza dubbio, la confusione tra Nazione e Stato (confusione che ha purtroppo portato alla nascita di Chiese nazionali), ma – comunque – tutti gli Stati a maggioranza ortodossa sono nati dalla Chiesa, grazie all’opera della Chiesa. Mentre l’Italia, per esempio, è nata contro la volontà della Chiesa, la Grecia è nata grazie alla Chiesa: non solo furono ecclesiastici e monaci a mantenere viva la lingua, la cultura, l’identità nazionale, ma essi stessi per primi incitarono (e presero parte attiva) all’insurrezione che portò alla nascita della Grecia moderna.

Molti altri motivi si possono indicare: la “sinfonia” tra Chiesa e società civile è però frutto, in modo precipuo, del dogma di Calcedonia: chi sa che Cristo non è un dio apparso in forma umana, né un uomo divinizzato, ma il Theanthropos, sente – prima ancora di credere – che la Chiesa stessa è incarnata, che non ci deve essere contrasto (agostiniano) tra Civitas mundi e Civitas Dei. Non per niente, il dogma di Calcedonia è espresso in greco con una sola parola (Theanthropos), così come una sola parola si usa per chiamare Theotokos la Vergine Maria, mentre in italiano si è costretti a dire, rispettivamente, Dio-Uomo e di-Dio-genitrice: la “distinzione” grafica finisce col produrre un’inconscia “separazione” mentale.         

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