Sotto influsso della sacramentaria latina non pochi ortodossi considerano la Preghiera dell’Olio come un Viatico, una Estrema Unzione da imporre “in articulo mortis”, ai moribondi. Questa mentalità \ prassi, s’era stabilita tra i Latini dopo il XVI secolo, dopo Trento, ed era fondata su una lettura restrittiva di Giacomo V 14, anche se contraddetta delle stesse rubriche (il malato è presente, in chiesa, a una lunga ufficiatura: decisamente non è un moribondo!). Questa mentalità \ prassi dai Latini stessi è stata però abbandonata sin dalla seconda metà del secolo scorso: i Latini parlano ormai di Unzione genericamente degli infermi, e non di rado la celebrano in forma collettiva, proprio come si fa nelle parrocchie di tradizione greca al Grande Mercoledì, riferendosi a tutte le infermità (del corpo e dell’anima), anche se – correttamente - a chiare lettere affermano che l’Unzione degli infermi non è una “alternativa” al sacramento della Confessione (o Penitenza). A quegli ultimi mohicani che invece continuano a considerare, alla vecchia moda latina, la Preghiera dell’Olio come una Estrema Unzione, va fatto sapere che:
- molti Typika antichi prescrivono detta celebrazione al compimento delle quattro quaresime, in particolare alla fine della Grande Quaresima: nel Typikon del Monastero della Piena-di-Grazie è prevista al Sabato di Lazzaro, nel cod. Sinaiticus 981 è indicata per tutti i primi giorni della Grande Settimana, ecc.
- nei monasteri russi ancora nel XVI secolo si celebrava sia il Grande Mercoledì che il Grande Sabato;
- l’uso è attestato a Mosca ancora nel 1667;
- ancora nel XIX secolo la Preghiera dell’Olio si celebrava ogni Grande Sabato nella cattedrale di Odessa (in memoria della battaglia di Sebastopoli !);
- ancora agli inizi del XX secolo, ogni Grande Mercoledì, si celebrava sicuramente nella cattedrale di Santa Sofia a Novgorod, nella cattedrale dell’Assunzione in Mosca, e nella Laura della Trinità.
Nella pratica conservata nelle Chiese di tradizione “greca” resta però da chiarire se l’Olio possa essere portato dai fedeli nelle loro case (si è sempre certi dell’uso che ne faranno?) e se le unzioni possano essere estese anche agli eterodossi (trattandoli come infermi nell’anima perché d’altra fede?)
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