mercoledì 23 settembre 2009

Gli edifici di culto

“I primi cristiani usavano le catacombe”: è un mito di matrice protestante, curiosamente ripreso da romanzieri cattolici polacchi del XIX secolo ed entrato nell’immaginario popolare nel XX secolo con i kolossal di Hollywood e Cinecittà. Alcuni ambienti di alcune catacombe furono mèta di pellegrinaggi, e solo dopo il IV\V secolo.

“I primi cristiani si riunivano nelle case private”: non esiste alcuna testimonianza a proposito, anche se l’affermazione può essere vera se riferita ai primissimi giorni della Chiesa, o – in seguito – alla trasformazione di un qualche ambiente d’una qualche villa aristocratica in una sorta di cappella privata. A Dura Europos, sull’Eufrate, certamente già prima del 246 i cristiani s’erano dotati d’un proprio edificio di culto: un’ampia sala, decorata, con tanto di vasca battesimale sormontata da baldacchino (quasi a riprodurre il Sepolcro di Cristo).

“I primi cristiani usarono le basiliche (civili)”: innanzitutto – e così in tutti gli altri casi – bisogna mettersi d’accordo sul dove e sul quando. Comunque, a parte il fatto che non esiste alcuna documentazione a proposito, va detto che le basiliche (civili) continuarono a essere usate: la vita d’un Municipio doveva pur continuare! Non è neppure sicuro che gli architetti cristiani abbiano utilizzato le basiliche (civili) come modello: vedi il caso della grandissima cattedrale di Aquileia, i cui lavori certamente iniziarono appena – 305 – sparì dalla scena Diocleziano.

“I primi cristiani trasformarono in chiese i templi pagani”. Può darsi invece che a lungo se ne siano tenuti ben lontano: a) ritenendoli per così dire infestati; b) per marcare la differenza tra il culto cristiano e i culti demoniaci; c) per non entrare inutilmente in conflitto con gli idolatri che continuarono a usarli per secoli; d) perché – e soprattutto - per la loro stessa struttura architettonica non erano per nulla adatti alle esigenze del culto cristiano. Molto tardi, solo dopo che erano stati abbandonati del tutto e da tempo, i templi pagani servirono come cave da cui estrarre colonne e materiali per edificare le chiese, oppure furono trasformati in chiese, ma probabilmente come soluzione di ripiego: non è escluso, per esempio, che il tempio di Atena nell’isola di Ortigia sia stato trasformato in chiesa (nel VI secolo) sol perché le chiese ortodosse di Siracusa erano state distrutte dagli ariani (dai Vandali); san Gregorio d’Agrigento, attorno al 692 ristrutturò come sua cattedrale il tempio (ormai abbandonato da secoli) di Eber e Raps sol perché la cattedrale urbana era occupata dagli eretici. Considerando la struttura dei templi greco-romani, si consideri comunque che era più facile abbatterli che adattarli alle esigenze del culto cristiano (e a proposito del punto b) di cui sopra, si consideri la ritrosia che ebbero i cristiani addirittura nell’uso dell’incenso, ritrosia che permane tuttora nell’Occidente latino, dove i costumi pagani – e i pagani stessi – sopravvissero a lungo).

Nessun commento:

Posta un commento